La tenaglia by Natalino Irti

autore:Natalino Irti [Irti, Natalino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggi Tascabili Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2008-12-14T21:00:00+00:00

II. La tenaglia

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La politica, smarrita nella quotidianità, si trova stretta – direi, accerchiata – fra economia e fede religiosa, fra tecno-crazia e clero-crazia, le due potenze che, almeno in Italia, riempiono il vuoto lasciato dalle ideologie. Ecco la tenaglia, che la preme e serra con inaudita violenza.

Non è dato di formulare pronostici, e perciò di prevedere se le due potenze siano destinate, esse sole, a tenere il campo, e a misurarsi in estremo conflitto. So di certo che la classe politica, per sollevarsi a classe dirigente, cioè capace di segnare una direzione alla vita collettiva e di raccogliere singoli atti di governo nell’unità di un disegno, ha bisogno di una credenza, un mito, un ideale, proponibile alle masse e atto a persuaderle e orientarle. Non basta la nascita di un partito. Il partito è strumento per qualcosa, non scopo in sé concluso e appagato. Non basta una qualsiasi legge elettorale, poiché il metodo di calcolare i voti non può di per sé esprimere una classe politica.

Non ho paura della parola ‘ideologia’, se con essa – liberandoci dalla condanna marxistica – vogliamo indicare l’unità di pensiero e azione, la necessità di una prassi, che non si frantumi nell’oscillante pragmatismo della quotidianità, ma sia sorretta e guidata da una scelta intellettuale. Questo è il fondamento di legittimità storica di una classe politica. Questa è la vera ed efficace risposta all’anti-politica, cioè alla forma più dissimulata e clandestina di politica. Bene ha scritto Massimo Cacciari1: «la politica che ignorasse la strutturalità di questi elementi ideologici [...] non esprimerebbe che l’irrealistico incanto dei sedicenti disincantati».

Solo così il diritto – oggi stretto fra nichilismo pragmatico, vincoli delle tecno-crazie, e censure teologiche – potrebbe tornare alla sua schietta fonte, che è l’energia di decisione e la responsabilità della classe politica. Le mie parole non volgono a una soluzione, ma a una domanda: è possibile rompere l’accerchiamento, spezzare la tenaglia, forti di una concezione neo-ideologica – o, se preferiamo, filosofica – della vita politica? o piuttosto il futuro vedrà l’estrema battaglia fra le due potenze, ciascuna delle quali oggi pretende di detenere la verità: la tecno-economia e la fede religiosa?

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